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Repressione

by CONTRASTO

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1.
le mie braccia fissate al terreno la bocca contorta, uno spasimo esangue candele che bruciano, odore di morte facce già note ridono di me è qui che dovevo arrivare? così agonizzante sentire le forze che se ne vanno… "sperare in un aiuto" l'altare del sangue è già pronto per me pronto a salpare, "domani o mai più" la plastica, il vuoto, le loro città respiro in un sacco sospeso nel buio… perdono dio della civiltà… proprio non ce l'ho fatta ti odio
2.
La prova 00:58
acre sapore di sangue bruciato che ruvida forma confonde già il vento raffrena il dolore sublima precoce l'ingrata memoria dimentichi forse sorrisi stuprati? dimentichi l'odio? la storia…è un dio vigliacco
3.
mi chiedono cosa fare cosa loro devono dire -le scuse- e quante persone io non sopporti dico 100 volte me stesso…e non basta allora qui sul letto come cane di strada mi accorgo ancora di più che tutto non fa nemmeno schifo dico 100 me stesso la pelle, il senso vacilla , sopportato a nervi tesi non importa, non ha forma, lacera sostanza tutto ciò che è adesso percezione di un silenzio brucia soffocato immobile questo vuoto …riflesso ancora brucia soffocato ed instabile soglia di depotenziamento visione reale per nulla trafugata un colpo alla testa ripete soluzione inusualmente fredda forse…ciò che volevi …la mia forma?

about

"Cumuli di incomunicabilità. Perso. Fissato al terreno respiro un incubo senza risveglio, la mente affacciata su mondi possibili di libertà infinita, concreta ed irraggiungibile al tempo stesso… Sudore freddo, nausea, pulsione incontrollabile, spezzare le catene con ogni mezzo necessario, spezzarle in qualche modo, cazzo.
Mentre immagini continuano a scorrere, auto a sfrecciare, città di cemento a crescere, mentre milioni di frenetiche formiche in fabbriche di automi ripetono azioni a produrre macerie che dovranno ingurgitare, mentre cacciatori d’oro contano carcasse umane e bombe cadono su città morte, così distanti nell’attimo in cui sento il respiro venire a mancare…
Fuori dal carcere. Ancora fuori, per ora. Libero?
Gabbie. Tutto ciò che vedo. Loro ridono della mia sconfitta mentre agonizzo nel buio. Semplice, primordiale istinto di sopravvivenza: distruggere tutto questo. Ciò che non è possibile migliorare. Distruggere. Senza deleghe, con le proprie mani, senza aspettare nessuno. Distruggere.
Paura di morire, paura delle loro torture, difficile uscirne fuori senza affrontare una punizione.
Con i riflettori puntati addosso…
Come un bambino che non impara le regole, controllato, represso, castigato; come un esempio plateale per chi è sulla cattiva strada, carne da macello in pasto alle masse, vittima della propria indomabile necessità di fuga; come chi ha davanti la scelta quotidiana tra un’invivibile esistenza di rassegnazione ed un momento di pura, spontanea, irrinunciabile, sofferta coerenza. Un’idea.
Di fronte ad un estenuante, esemplare tentativo di integrazione tra i propri simili, fallito in partenza, improponibile, inimmaginabile; al cospetto di una posta in gioco sempre più alta.
L’altare del sacrificio aspetta un nome… potrebbe essere il mio."

Italia, ottobre ’03. La repressione continua incessante attraverso montature giudiziarie, reclusioni senza prove, tortura fisica e psicologica dentro e fuori le carceri, criminalizzazione di qualsiasi movimento, false connessioni tra opposte ideologie create a tavolino da sbirraglia e magistrati per confondere, per muovere accuse di associazione sovversiva grazie ad una propaganda mediatica da regime che strumentalizza il pensiero collettivo e grida al terrorismo.
Ma la rivolta non si ferma, la rabbia cresce, esplode, è un fuoco che si autoalimenta, divampa all’improvviso nell’impossibilità di vivere in uno stato di polizia digitotalitario, costantemente pedinati e controllati da servili cani da guardia. Esasperazione, stabilità sull’orlo di un crollo, ancora più azioni, ancora più attacchi, ancora più sabotaggi, si diffonde il virus della ribellione; nuova cultura antagonista, nuove forme di lotta, nuovi obiettivi ideologici, non più limiti di Stato, non più concetti classisti, non più potere di ritorno… per la sopravvivenza di ogni forma di vita.

credits

released January 1, 2004

7" split w/Sin Dios

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CONTRASTO Italy

Vecchia Romagna Etichetta Nera Punk HC
Old School Punk Hardcore since 1996

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