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Statico senso

by CONTRASTO

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1.
osservo confuso le inutili forme non riesco a parlare ne a vedere oltre quasi ad offendere il loro sorriso patetico e scarno bisogno di vita distacco i contorni rimango a pensare riaffiorano voci, torture subite un giorno di sole e' servito a qualcosa? un giorno di sole ha cambiato qualcosa? mai capirete! …sentenze di sterili notti mai capirete! …e' questo il senso dei vostri gesti? tranquilli nelle vostre famiglie lontani da quello che vivo …con quale diritto… odio le vostre certezze odio le vostre certezze tutti i miei dubbi ed ogni mio sogno contro le vostre sicurezze uniformato alla consuetudine che ha reso vana ogni conoscenza non cerco alibi ne' confronti ne' attitudini di forma e' molto piu' semplice fuggire con le proprie convinzioni piuttosto che vivere inconsapevole piuttosto che scegliere il vostro/il nostro compromesso
2.
Capirai 01:29
non odio non amo non vivo non darmi parole non serve non sento più nulla… non era straziato da mille paure istanti che abbiamo lasciato fuggire ci mostrano vuoto e dolore istanti che abbiamo lasciato fuggire che il tempo saprà cancellare …e allora capirai cos'è cambiato
3.
statico senso immobile parola immagine ripete proiezione d’ombra forma riflessa plastico stare elette figure a contorno sbiadito statico senso lento consumo parziale bisogno totale ferita sintopici fremiti ancora legati da vincoli arsi già sterco e utopia statico senso dinamica voce del mio dissenso statico senso pulica fase di non consenso
4.
Delusione 01:23
picchia duro grande eroe cerca la tua preda non mollare, non mollare ogni sabato un trofeo dove credi di arrivare? non hai prospettive delusione, non rancore quanto è vuota la tua vita? un altro corpo sezionato da un sistema che ci opprime un’altra mente schiava muove i fili del potere ci vogliono protagonisti delle loro sporche guerre costretti a sopravvivere al massacro, a non reagire delusione, non rancore, delusione!
5.
Contrasto 00:56
contro ogni realtà che a tutti i costi viene imposta contro tutto ciò che rende un’esistenza sterile la nostra rabbia contrasto, contrasto ci porterà fuori controllo contro l’apatia e la vostra fredda indifferenza contro ogni programma che ci limita a pedine sconfitti? eterni perdenti del vostro sistema …illusi ma vivi eterni perdenti del vostro sistema contro ogni politica di lucro e di profitto contro ogni potere che soffoca le libertà la nostra rabbia contrasto, contrasto e la nostra debolezza la nostra rabbia contrasto, contrasto sarà utopia che sbatte su ogni vostra cruda realtà e su ogni vostra certezza
6.
oggi ho sputato in faccia alla luna percosso da luci e riflessi un tempo – ho pensato – com’era il mio volto, trafitto da fauci dorate? questa è la loro terra… ed io ci cammino sopra oggi la vita mi attanaglia le ossa ed assorbe ogni vitreo pensiero… di passi, discutono ai bordi del cielo già stanchi di tutto crocifisso nel pugno d’un morto un salto notturno saprà darmi pace, avrà vita un ricordo? crocifisso nel pugno d’un morto il sole tramonta anche senza di me mentre un’ombra già scuote il silenzio
7.
Divisi 02:35
senza timori, senza rimpianti tutto in faccia sputato con fuoco rancore soppresso con un sorriso per anni al fianco del proprio “nemico” un pugno chiuso, uno schizzo di sangue equilibri spezzati la festa è finita legami incrinati, sospesa una lotta che già di per sé non aveva futuro ha ancora un senso insieme lottare insieme ad odiare divisi? ha ancora un senso insieme lottare ormai ci facciamo schifo! e allora occupiamo le case autogestiamo, facciamoci sentire… ma il cancro che è in noi ci logora non farà altro che il loro gioco divisi, a frantumi per cosa? per farci vedere domani egoisti, incapaci di restare in piedi quando tutto intorno trema aspettando che tutto finisca per tornare ad essere una minaccia aspettando che accada qualcosa che dipende solo da noi…
8.
ancora sangue sangue che non può, non deve essere lavato per loro era nient’altro che un nome una comparsa, non più che un capro espiatorio la sua vita… niente politica del terrore una via molto comoda politica del terrore fin troppo facile reprimere politica del terrore senza troppi problemi politica del terrore quanto varrà la vita di un uomo farsa di stato, funerali civili ma il messaggio è fin troppo chiaro: “il vostro è un gioco pericoloso… …chi vuole essere il prossimo?"
9.
Guardami 01:54
accettami per come sono sciogli il dubbio limite io sangue del tuo sangue ancora provo non rinuncio ad attenderti quasi se fosse… slega ogni apatia non porti un veto che ti frena apri il cuore legami o guardami, guardami, non senza un velo d’odio rispolvera ogni immagine leggendo tra le righe il senso che ci ha soffocato giorno dopo giorno dimentica percorsi resi instabili dal quotidiano cercami fino a morirne, l’intestino bruciami, guardami, guardami non senza un velo d’odio, guardami, guardami mi vedi? ascoltami, avrei dovuto, forse avrei saputo esserci. eccomi, eccomi se avessi detto… non cancellare ancora… un attimo, se puoi guardami, guardami, parlami o ascoltami, guardami, guardami, guardami… accettami, accettami, io saprò farlo
10.
quante guerre? quanti morti ancora, prima di capire? ci insegnano ad odiare chi non è come noi, il “culto” del diverso… nell’intolleranza e nel disprezzo… discriminazione, disagio collettivo, insicurezza… ci insegnano a respingere chi non è come noi in nome della patria il loro scopo… alimentare un senso di insoddisfazione generale, armarci, creare nuove “guerre sante”, allontanare l’attenzione dai loro sporchi interessi economici, il controllo, l’inconsapevole imposizione …ricorda… rispetto per le tradizioni non vuol dire nazionalismo
11.
fino a quando le mie mani sapranno reggere il peso di tutto questo teatrare del cuore? fino a quando sarà più semplice fermare la corsa ed aspettare che in un istante sia ogni cosa? fino a quando potrò stuprare questa mia forma annichilendo, statico, l’essenza che vi scorre? fino a quando? se esisti portami via non sono capace di ciò che non sento ricoprimi con le tue mille braccia fluttuanti, gelide fa’ che io possa bagnare di luce fa’ che amare sentenze affondino in me
12.
Tutto 01:33
odio il flamenco che ci ha divisi distanti come attimi, lontani, finiti… non ti avevo chiesto di essere qualcosa non avrei voluto, ne’ oggi ne’ ieri tutto, tutto… non ci appartiene nuotiamo in deserti di ossa le nostre carcasse respirano a stento l’indifferenza un tenue bagliore mi lega all’alba del grande salto odio il flamenco… ma cosa ci resta? mi chiudo, in silenzio, cercandoti invano ripenso, nessuno potrebbe non avrei voluto, se fosse…
13.
Grande uomo 00:57
grande uomo che giudichi dall’alto con addosso la tua toga è molto facile imputare per le tue verità assolute domani soffrirò per il tuo credo forse morirò sei l’unico a sapere sei l’unico a capire sopra alla tua poltrona è molto facile sentenziare e se esistesse un dio non mi potrebbe giudicare ma tu lo hai fatto e per questo pagherò
14.
un cerchio mi avvolge la testa e soffoca piano pensieri ed idee conservo le ultime forze non posso dipendere da situazioni fugaci come fantasma, tra luci e contorni, non riesco a parlare… come volevi, a luci spente eccoti ancora la tua realtà ho scelto conforme a me stesso appagato da piccoli gesti come chiedevi, a luci spente ecco, risplende la tua vittoria ma ho scelto conforme a me stesso libero da restrizioni di senso e vaffanculo tutto hai mai provato a chiudere gli occhi sperando di non doverli riaprire mai più? mai più… come volevi, a luci spente eccoti vita la tua vergogna e vaffanculo tutto
15.
e ritorno a pensare tenendomi stretto a tutto ciò che mi ha forzato e scosso, oggi cento volte, come a ripetermi che in fondo quello che ci spinge a muoverci è in quel che resta, non nelle parole che non sono state dette -“è in quel che resta, non nelle parole che non sono state dette”- e allora come a ricordarlo, oggi cento volte, mia nonna… non senza più quegli occhi austeri o il suo ripetere che ogni attimo della mia rabbia fosse così fisica… e allora sotto un bianco telo di ospedale sdraiata, passare alle mie spalle… mentre ho pensato come la basilica del monte, alle 5 del mattino, sembri schizzo di matita… così scarna, dal suo dominio… e poi continua a scrivere ogni attimo, questo silenzio, il dopo pioggia, nemmeno un treno o il telefono o i pensieri… per crescere, oggi cento volte, per camminare al bordo della grande vena d’acqua e sentirsi vivere nel brindisi di una notte senza fughe, contro ogni muro, ogni certezza, a testa indietro, morto-risorto - “morto-risorto”- contro ogni muro, ogni certezza -“io, morto e risorto”- e avervi ritrovato è stato come cominciare nuovamente a spingere, sputando via la polvere dalle mie ossa, provando a valutare situazioni senza più rimpianti o preconcetti che mi affondano/ci affondano -“mi affondano/ci affondano”- oggi cento volte, in silenzio, a mani perse... …Cesena, una notte di novembre
16.
secolare soggezione immobile miseria vivente possibilità di ribellione e di riscatto rottura della subordinazione contro stato e chiesa Stefano Pelloni massa inconsapevole giorni di terrore sequenza eterna dello status quo l’azione di disturbo rese il villico cosciente non più sottomissione! Stefano Pelloni “Romagna solatia, dolce paese cui regnarono Guidi e Malatesta cui tenne pure il passator cortese re della strada, re della foresta”
17.
Il fuoco 01:20
la gente fugge ma non vede la luna la coltre nera ci sovrasta fiamme selvagge abbagliano il vuoto il fuoco brucia e divora i palazzi fabbriche in fiamme, sirene in arrivo la gente brucia ma non vede le auto esplodono violente nel buio il fuoco dilaga e non c’è via d’uscita…
18.
19.
Forse domani 01:37
un altro limpido passaggio si consuma lentamente come vento soffocante ci confonde silenzi di una stanza vuota si accavallano a ricordi apro gli occhi non ti sento non ho pace qualcosa venuto a mancare una foto sbiadita, il mare le fiabe i giorni in cui tutto sembrava volare più in alto del cielo ricordi? avremmo potuto sederci per terra e rimuovere vecchi cartoni ammucchiati, bugiardi …ma il tempo non torna… …avremmo voluto che tutto finisse così… ti accorgi che ti chiamo? ti accorgi che cammino verso di te?
20.
rifiuta… ma in fondo che cosa è cambiato? tutto resta immutabile vivi ogni giorno per il loro potere vivi ogni giorno per la loro ambizione questo è quello che ci hanno imposto ogni volta compromessi questo è quello che ci hanno imposto ancora liberi in una gabbia? rifiuta ogni schema non farti ingannare spezza le loro catene stragi, morte, dolore non sono bastate per farti capire che non è vita quella che stai vivendo ma solo un inganno… …il loro marchio

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CONTRASTO nei confronti di una realtà che non ci appartiene e che a tutti i costi cerca di farci apprezzare le proprie debolezze. Apatia e fredda indifferenza verso tutto quello che rende le nostre esistenze sterili, vuote, per tutto ciò che programma ogni singola mossa nella scacchiera del nostro futuro - Rabbia nella consapevolezza di essere una minoranza in un mondo in cui non c'è posto per i deboli, ma solo per chi riesce nel frenetico tentativo di uscire dal mucchio, per passare alla schiera dei vincitori, di quelli che dominano.
CONTRASTO Sconfitti? Forse. Di sicuro, eterni perdenti, secondo i canoni di un sistema in cui potere e denaro sono più importanti della vita stessa, in cui la speranza di afferrare anche solo per un attimo la propria esistenza sottraendola alle maschere dietro alle quali ogni giorno soffochiamo, è vana e pretenziosa.
CONTRASTO Amore, gioia di vivere, amicizia, passione contro il grigio cemento di una civiltà per la quale il profitto è l'unico, indiscutibile, supremo obiettivo - Musica ? Una parola soltanto non può certo racchiudere tutto questo. Idee, sensazioni, antagonismo. Niente denaro e nessun lucro sul disperato intento di costruirci un misero spazio per poter continuare a respirare.
CONTRASTO Autogestione di suoni, esperienze, vite - Controinformazione ed azione da parte di chi, povero illuso, ancora crede alla possibilità di un mondo senza né schiavi né tiranni, sfruttati e sfruttatori, perdenti e vincitori. Ciò che suoniamo rappresenta la consapevolezza di avere i mezzi per rifiutare, le forze per non farsi strappare sogni ed utopie. Certi di poter ancora scegliere il nostro destino, seguendo percorsi da noi stessi costruiti. Fuori controllo.

(CONTRASTO, dicembre 2000)

credits

released March 1, 2001

LP 12"

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Old School Punk Hardcore since 1996

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